Come un’arpa

Tu sei il Povero,
colui a cui manca ogni cosa,
sei la pietra senza riposo,
il lebbroso scacciato
che si aggira al suono dei suoi campanelli
nei dintorni della città.
Poiché non hai nulla, come il vento,
la gloria riveste appieno la tua nudità;
il povero vestito che l’orfano indossa tutti i giorni
è molto più bello – ed è il suo…
E tutti gli infelici degli ospizi
che cosa sono in confronto a te e alla tua angoscia?
Piccole macine soltanto,
e non mulini – che tuttavia macinano un po’ di pane.
Ma tu sei nella miseria più estrema,
sei il mendicante dal volto nascosto;
grande rosone della povertà,
eterna metamorfosi dell’oro in luce solare.
Tu sei lo straniero furtivo
che non ha trovato il suo posto nel mondo,
troppo grande, troppo pesante,
ribelle ad ogni strumentalizzazione.
Tu gridi nella tempesta.
Sei come un’arpa che stronca
chiunque la vuol suonare.

(R. M. Rilke)

[Prima pubblicazione: 6 ottobre 2010]