Memoria passionis

Il vero canone su cui la Chiesa ha fondato il suo riconciliato rapporto col mondo è stato l’unità dell’intera comunità umana. Oggi è proprio questa che è in gioco, ciò che oggi si perpetra è la rottura dell’unità del mondo. Questo è ciò che si sta facendo. Se tutto il mondo non si può sviluppare, perché nel mercato globale sono finite le illusioni di uno sviluppo universale e continuo, che cresca e si arricchisca almeno una parte. Gli appagati e gli esclusi. […] I sommersi e i salvati. […] Questa è la scelta fatta dall’attuale sistema dinanzi alla crisi da esso stesso prodotta. Il mondo non si può aggiustare: perché allora perire tutti? La risposta è la Grande Selezione. […] Allora è chiaro che il punto sta oggi nel ristabilire la coscienza e il principio dell’unità della famiglia umana. Se non l’unità, nemmeno la vita. Operare per l’unità o la divisione tra gli esseri umani oggi non è solo un’alternativa etica, è un’alternativa antropologica fondamentale. Tutto quello che è fatto per l’unità, va nel senso della conservazione della vita sulla Terra e della salvaguardia del creato, tutto quello che è fatto per la divisione va nel senso della distruzione della vita e della rottura dell’opera della creazione. La Chiesa ha in ciò una responsabilità decisiva. Essa esiste, come ha detto il Concilio, per essere testimone e strumento dell’unità di tutta la famiglia umana. […] Dobbiamo ritrovare l’universalismo della compassio, della compassione, cioè ricordarci del dolore degli altri. Il Dio della Bibbia è un Dio che si ricorda del dolore degli altri, è un Dio recettivo del patire. Così la memoria passionis è il ricordarsi del dolore altrui, e non solo, ma è sottomettersi all’autorità di coloro che soffrono. Tutto ciò ha evidenti conseguenze politiche: porta alla pace, perché significa ricordarsi delle sofferenze del nemico; implica il riconoscimento asimmetrico degli oppressi e degli esclusi, esclude l’amnesia senza commiserazione, la cancellazione disinvolta dei delitti del passato, l’oblio delle vittime.

(R. La Valle)

[Prima pubblicazione: 25 ottobre 2010]