Al cuore di ogni realtà

L’uomo ecumenico è sì al limite della propria Chiesa, ma oltre il confessionalismo. Ed è sì al limite cristianesimo, ma nella consapevolezza che a ciascuno è data la salvezza non nonostante, ma mediante la sua via religiosa; e altresì nel riconoscere a ognuno il diritto di ritenere vera la propria religione e di diffonderla; e ancora in un dialogo incessante risalendo insieme i sentieri che conducono alla parola unica sottesa a ogni dialetto, il farsi carico del peso dell’altro. Senza privare le vie religiose come le coscienze laiche, salvaguardate nelle loro diversità, della propria peculiare conoscenza del Nome nel quale è data la conoscenza di ogni nome: Padre con viscere materne è il nome di Dio, figlio amato è il nome dell’uomo, fratello-sorella da amare è il nome dell’altro e del cosmo, e vita eterna è il nome del futuro. Conoscenza che il Verbo depone come parola di luce al cuore di ogni realtà. L’uomo ecumenico è sì incandescente alla terra e ai mondi, ma mai schiavo della figura reale di questa terra e di questi mondi. Nella storia sognatore e indicatore del suo non ancora: “terra nuova e cieli nuovi”. Non ama la terra chi la desidera così com’è, e altresì le Chiese. In breve, uomo ecumenico è chi da un lato è consapevole di non essere mai abbastanza lontano dalla grettezza di cuore e dalla ristrettezza di mente, dal fondamentalismo, dal confessionalismo, dal ritualismo, dal legalismo, dal giustizialismo, dall’ideologismo, dal gregariato e dal realismo, e mai abbastanza vicino al Tu che libera da tutto questo donando occhi riflesso del suo sguardo, cuori riflesso del suo amore e piedi riflesso dei suoi passi. Quelli del Cristo.

(G. Bruni)

[Prima pubblicazione: 31 ottobre 2010]